E' obbligatorio far sanificare tutti gli ambienti prima della riapertura?
Qualcuno potrebbe obiettare: "ma se il mio ufficio\negozio è rimasto chiuso dal 9 marzo perché devo sanificare gli ambienti? ...In pratica cosa devo fare?!
Il Protocollo del 24 aprile pag. 8 al punto 4 “PULIZIA E SANIFICAZIONE IN AZIENDA” stabilisce obblighi e interventi GIORNALIERI di disinfezione degli ambienti di lavoro.
Si legge anche che: “nelle aree geografiche a maggiore endemia o nelle aziende in cui si sono registrati casi sospetti di COVID-19, in aggiunta alle normali attività di pulizia, è necessario prevedere, alla riapertura, una sanificazione straordinaria degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni” ai sensi della circolare 5443 del 22 febbraio 2020.
(Qua entrano in gioco anche gli ammortizzatori sociali).
Il punto 7 del protocollo “GESTIONE SPAZI COMUNI” prescrive alle aziende di “garantire la sanificazione periodica e la pulizia giornaliera, con appositi prodotti sanificanti dei locali mensa, delle tastiere dei distributori di bevande e snack”.
Fra le condizioni per la riapertura, molta importanza viene data alla sanificazione GIORNALIERA degli ambienti di lavoro.
Che cosa vuol dire?
In poche parole, nei luoghi dove ci sono stati casi confermati di COVID-19 è obbligatorio effettuare la sanificazione con l’utilizzo di atomizzatori, in questo caso è obbligatorio farlo fare ad imprese specializzate dotate di attrezzature specifiche, che peraltro possono documentare l’avvenuta sanificazione e rilasciare una certificazione.
Ma nei luoghi dove non ci sono stati casi o che sono rimasti chiusi dal lock-down, è richiesta una sanificazione manuale con l’utilizzo di prodotti, quali alcol, perossido di idrogeno o candeggina. Possono essere effettuati anche internamente all'azienda, o dall'impresa di pulizie abituale, ma con prodotti specifici sanificanti, menzionati prima.
Quindi, riassumendo, il decreto non prevede un obbligo esplicito di sanificazione con l’utilizzo di atomizzatori, ma «diventa imprescindibile (obbligatoria) negli ambienti nei quali si sono verificati casi di positività» spiega il virologo Giovanni Rezza, dell’Istituto Superiore della Sanità.